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Perché Facebook non può sostituire un sito web

Consigli e Suggerimenti, Web Design

I siti Web e le e-mail personali possono fare meglio la maggior parte di ciò che alla piace fare alla gente su Facebook, ovvero la voglia di pubblicare le loro vite online. Mi sono già chiesto se la pagina Facebook può sostituire un sito web?, oggi vorrei farmi la domanda inversa: “Può un sito web […]
Sostituire Facebook con il proprio sito web

I siti Web e le e-mail personali possono fare meglio la maggior parte di ciò che alla piace fare alla gente su Facebook, ovvero la voglia di pubblicare le loro vite online.

Mi sono già chiesto se la pagina Facebook può sostituire un sito web?, oggi vorrei farmi la domanda inversa: “Può un sito web fare tutto quello che facciamo su Facebook?“. La risposta è sì. e otteniamo anche l’indubbio vantaggio di gestire tutto in maniera più attenta e controllata, come “padroni di casa”.

Un sito web intitolato a se stesso e dedicato agli aggiornamenti sulla propria vita è troppo vanitoso? No, bisogna guardare avanti: il sito avrà un feed di notizie, una pagina “su di me” e una mailing list per le persone che vogliono ricevere aggiornamenti. Potrebbe persino essere finanziato dalle donazioni dei lettori! se siete bravi a scrivere e, se proprio non ne potete fare a meno, ci mettiamo le foto degli amici e conoscenti, anche se l’idea non è più così originale, dopo che Facebook e Mark Zuckerberg hanno inventato il social network.

Adesso siamo tutti condizionati a postare, scrivere o pubblicare qualcosa, perché solo la gente apatica e strana non pubblica o è sui social network. Raramente ci sono conseguenze per pubblicare i dettagli intimi delle nostre vite; le uniche conseguenze derivano dal non partecipare alla conversazione online.

Il sospetto comincia a nascere quando vediamo annunci pubblicitari troppo mirati e la mente va a quei “dati personali” di cui abbiamo ormai perso il controllo. Facebook (assieme a Google) è una delle più importanti società negli Stati Uniti e la maggior parte delle sue entrate deriva dalla vendita di annunci pubblicitari. La ragione per cui questi giganti della Silicon Valley sono in grado di controllare una fetta enorme (tre quarti?) del mercato pubblicitario degli Stati Uniti è a causa della grande quantità di dati che hanno sui loro utenti, che possono essere utilizzati per indirizzare gli annunci con precisione inquietante. Questi dati utente non sono impermeabili all’abuso, come i recenti scandali ci ha ricordato.

Avete senz’altro ricevuto un sacco di email da parte delle aziende, in riferimento al recente ingresso del GDPR, dicendo quanto fossero importanti i vostri dati per loro. Non vi rendete conto che avete venduto i vostri dati gratuitamente per anni a Facebook?

Guardando indietro, sinceramente, non mi è chiaro perché tutti sono così entusiasti di avere un Facebook. Facebook ha avuto la fortuna di essere abbastanza innovativo, leggermente diverso dai vecchi social ed esclusivo. È stato ancora più fortunato arrivare al potere poco prima dell’ascesa dello smartphone. Quello che sto dicendo è che Facebook non è poi tanto meglio o più conveniente che avere il proprio sito web, inviare e-mail o chattare con qualcuno o in gruppo. Ma per qualche ragione, Facebook (e Instagram) sono i preferiti dai più per pubblicare le loro vite online.

C’è molta gente che inizia a criticare Facebook e non solo per la cattiva gestione dei dati personali da parte dell’azienda. C’è l’idea che le persone che usano Facebook sono stupide o non dovrebbero aver mai condiviso così tanto della loro vita. Ma per le persone che hanno raggiunto la maggiore età all’inizio degli anni 2000, condividere le loro vite online è una seconda natura, e in gran parte non ha avuto conseguenze. Non c’era alcuna indicazione che qualcosa che saremmo stati condizionati a fare si sarebbe rivoltato rapidamente contro di noi.

Ovviamente Facebook è diventato qualcosa di molto più grande di un singolo sito web e, nonostante i suoi difetti, ha contribuito a collegare il mondo nel bene e nel male. Ma Facebook ha attinto a una tendenza che stava già accadendo, non ha inventato l’idea di lasciare che le persone mettessero online le loro cose, ma la monetizzata meglio.

Quando penso al mio uso di Facebook, penso spesso a quel primo sito web che ho realizzato, e in che modo quel sito ha servito esattamente lo stesso scopo di Facebook. Il mio peccato originale non è stato creare un account su Facebook, ma è stato abbandonare il mio sito web a se stesso dopo un po’ di sperimentazione. Il sito era ospitato su una piattaforma gratuita e forse anche per questo ha perso presto valore ai miei occhi; ma se dovessi ricominciare da capo, pagherei per il web hosting professionale.

Mirko Emanuelli

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